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CRONACA DALLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ DIOCESANA

Domenica scorsa tra Sant'Ilario d'Enza e Gattatico si è celebrata la Giornata Mondiale della Gioventù diocesana.
L’infinitamente piccolo ci chiama a fare «grandi cose» Ma com’è possibile realizzare grandi cose pur essendo “piccoli”, fragili, impotenti? È quello che si chiedono i ragazzi del Teatro L’Attesa di Sant’Ilario, proponendo la lettura di un testo tratto da “L’infinitamente piccolo” di Christian Bobin.

Cronaca dalla Giornata Mondiale della Gioventù diocesana

Entrando a Sant’Ilario, alcuni ragazzi sorridenti accolgono gli ospiti, provenienti dalle parrocchie della nostra diocesi. Sulle loro magliette, sul petto, è scritta e ribadita per tutti una promessa: “Grandi cose”. È quello che sono invitati a realizzare i giovani che partecipano alla Giornata Mondiale della Gioventù diocesana. Sono all’incirca 500.
Ma com’è possibile realizzare grandi cose pur essendo “piccoli”, fragili, impotenti? È quello che si chiedono i ragazzi del Teatro L’Attesa di Sant’Ilario, proponendo la lettura di un testo tratto da “L’infinitamente piccolo” di Christian Bobin per dare inizio all’evento e introdurre il discorso del vescovo Massimo. Come stare davanti al Signore e rispondere alla sua chiamata, dunque, senza sentirsi inadeguati? La risposta è ambiziosa e semplice allo stesso tempo: come san Francesco. Il santo di Assisi ci aiuta a scoprire un Dio “infinitamente piccolo” e una gioia del poco che è dialogo col creato, nonché costante relazione con la Verità.

Il dialogo tra il Vescovo e i giovani
è a questa relazione che esorta il vescovo Massimo, prendendo la parola dopo un’accoglienza calorosa e un applauso sincero da parte dei ragazzi: dice di voler iniziare con loro un dialogo che possa aiutarli a proteggere la preziosità del periodo della vita che stanno attraversando, età in cui si decide come mettere a frutto i propri talenti e in cosa spendere l’esistenza. Il primo consiglio del Vescovo ai giovani è proprio quello di stare vicino a chi parla del Signore, aiutandoli a conoscerlo: “Ciascuno di voi è inserito in una comunità di giovani”, afferma muovendosi in mezzo ai ragazzi, avvicinandosi a tutti; “Chiedete a queste vostre comunità di essere una compagnia che vuole conoscere Gesù, per andare dietro a lui e vivere come lui”.

Il secondo invito che Camisasca rivolge ai giovani è di guardare la vita come la guardava il Signore: “Il Maestro invitava sempre i suoi discepoli a vedere le cose belle e grandi che Dio può fare, riconoscendosi creature, uomini in cammino. Anche oggi Gesù vuole insegnarci a guardare la vita coi suoi occhi, che vedevano la luce anche nei giorni di buio. State vicini alle persone che vi aiutano a vedere la vita con gli occhi di Gesù, ora vi sembrerà una frase così, di circostanza, ma vi servirà tanto”, si raccomanda paternamente il vescovo Massimo.
Quello che è accaduto a san Francesco accade ad ogni uomo ed è importante che i giovani sentano la presenza del Signore che oggi dice loro, attraverso il vescovo Massimo: “Ci sono io che conosco il tuo cuore e posso condurti sulle strade della vita; non per rinunciare ad essa, ma per fartela trovare nella sua Verità, anche se può voler dire lasciare cose che sembrano tutto ma in realtà sono niente”.